Questo articolo completa e conclude l’appassionante storia delle credenze irrazionali e del dominio dell’esoterico nel gioco d’azzardo, raccontata dalla Professoressa Paola Monari, del Dipartimento di Scienze Statistiche «Paolo Fortunati» dell’Università di Bologna. Abbiamo pubblicato qui la prima parte, qui la seconda, qui la terza. Ecco quindi la quarta e ultima parte:
La fantasia superstiziosa del giocatore
La razionalità del calcolo combinatorio e probabilistico e ancor meno l’evidenza delle statistiche hanno mai convinto un giocatore incallito, che è caratterialmente superstizioso e refrattario a ogni razionalità. Per questo soggetto, la sorte è un concetto esoterico e non un esperimento casuale con le sue regole, e quindi anche il dominio della sorte ha bisogno di riti esoterici, alcuni consolidati dalla tradizione, altri di tipo “Fai da Te”. Tant’è che la parola sorte ha il doppio significato di caso e destino.
Anche la superstizione (super stitio) nasce con l’uomo e col suo affidarsi alla benevolenza degli dei con rituali votivi. La parola ha origine latina e, come racconta Cicerone, si riferisce alle preghiere che venivano innalzate agli dei per chiedere la sopravvivenza dei famigliari in guerra.
La varietà delle forme di superstizione e dei rimedi per tenere lontane le conseguenze negative, a cominciare dal malocchio, si fondano essenzialmente su correlazioni spurie (illusorie), cioè su coincidenze assolutamente casuali che vengono però memorizzate solo in alcune circostanze, per esempio quelle funeste. Quanti gatti neri sono passati senza che accadesse nulla di eccezionale e quante frasi di augurio sono volate senza conseguenze negative. Ma un giocatore si arrabbia se qualcuno gli augura di vincere, così come un pescatore non vuol sentire messaggi di buon auspicio.
Ci sono poi alcune superstizioni legate a numeri cabalistici come il 13 ( che qualche volta porta fortuna, ma mai a tavola!) e il 17 (che addirittura è bandito nella numerazione delle camere d’albergo e anche negli ospedali ospita quasi sempre servizi e mai degenti). E ci sono superstizioni legate agli oggetti, molto consuete tra i giocatori: ciondoli vari che portano fortuna (gobbetti, corna e cornetti, ferri di cavallo, …), capi d’abbigliamento (mettere sempre lo stesso capo quando si va a giocare), colori (mai il viola o il nero), atteggiamenti (il piede con cui ci si alza, la prima persona che si incontra, …). Le case da gioco, i casino e le ricevitorie del lotto ci potrebbero offrire una ampia casistica e sarebbe molto interessante fare una piccola indagine on line presso i giocatori per chiedere a cosa affidano la loro fortuna.
Ma nessuna ragione e nessuna evidenza statistica potranno mai convincere un giocatore dell’inutilità dei suoi rituali, anzi, la sola proposta potrebbe portare sfortuna!
Con molta ironia un grandissimo fisico, Niels Bohr, a un collega che gli chiedeva molto stupito se credeva davvero che il ferro di cavallo sopra la porta di casa sua portasse portafortuna, rispose: Certamente no, ma mi dicono che porta fortuna anche a chi non ci crede!
Si conclude qui l'apprezzato intervento della Professoressa Monari qui su VegasMaster. Pubblichiamo questa quarta e ultima puntata sperando di meritare anche in futuro la fiducia della Professoressa e altri suoi preziosi interventi. Vogliamo ricordare qui ai lettori interessati a scoprire ulteriori approfondimenti sul dominio dell’esoterico nel gioco d’azzardo il libro Giochi d’azzardo e probabilità (Editori Riuniti university press, 2012), una delle recenti pubblicazioni della professoressa Monari.